Prendi una ciurma di bartender, centinaia di bottiglie di rum, oggetti d’antiquariato polinesiano, emulsiona tutti questi ingredienti come faresti con uno swizzle stick, vesti i panni di un moderno Peter Pan e vola sull’isola che non c’è: lo Smuggler’s Cove. Questa è l’insegna della “grotta dei pirati” di Martin Cate. Il locale ha aperto nel 2009 a San Francisco e si è affermato da subito come il perfetto set dedicato alla cultura tiki e al mondo del rum.
Sono passati gli anni e la fama è aumentata. Un posto fisso nei World’s 50 Best Bars e, nel 2016 agli Spirited Awards di Tales of the Cocktail, l’incoronazione come Best American Cocktail Bar.
Ed ora anche “Smuggler’s Cove: Exotic Cocktails, Rum, and the Cult of Tiki”, libro in uscita a breve in Italia scritto con la moglie Rebecca. Qual è il suo segreto? Non c’è un segreto. «Quando abbiamo aperto - spiega Cate - la nostra idea era di offrire un viaggio unico e all’avanguardia nel mondo del rum e dei cocktail esotici, assaporandoli in un’atmosfera di pura evasione. La nostra è una combinazione di sete costante di conoscenza e di prodotti nuovi, miscelata a un servizio cordiale e senza pretese.
I drink Tiki «Sono drink equilibrati e dalle mille facce che conquistano a mani basse il palato di molti clienti. Sarà forse per l’idea di sorseggiare una bevanda che promette una fuga dallo stress della vita. I cocktail esotici trasmettono immediatamente una sensazione di divertimento e di avventura, pur essendo senza pretese, e fanno comparire sul tuo viso un sorriso un minuto dopo averli visti». Uno dei punti di forza del locale, e tra i tanti motivi per cui è conosciuto in tutto il mondo è la sua collezione di rum. «Lo Smuggler’s Cove offre attualmente più di 600 rum, la collezione più grande degli Stati Uniti.
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